Democrazia e Giustizia Italiana
Verso il nuovo Codice Penale
a cura di Giuseppe Cardillo
data: Venerdì 24 novembre 1995, ore 15.30-19
sede: Villa del Poggio Imperiale, Firenze (gc)



Interventi di
Avv. Gustavo Rimini (Presidente della Camera Penale di Firenze), Prof. Avv. Alfonso M. Stile (Presidente del Gruppo Italiano dell' Association Internationale de Droit Penal, AIDP), On. Tiziana Parenti (Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia), Prof. Francesco Carlo Palazzo (Ordinario di Diritto Penale dell'Università), Prof. Ferrando Mantovani (Commissione Ministeriale 1988/1992 per il Nuovo Codice Penale), Dr. Marcello Maddalena (Procuratore Agg. della Repubblica presso il Tribunale di Torino).

Altri interventi:
Avv. Eraldo Stefani, Firenze, Avv. Alfredo Guarino, Napoli, Avv. Marino Bianco, Firenze, Dr. Anna Maria Bacherini, Firenze, Dr. Francesco Giambrone, Firenze


L'esigenza di un sistema penale aderente alla nostra carta costituzionale e più sentito oggi che nei primi anni del dopoguerra, quando le iniziative per un nuovo Codice Penale furono certamente più sincere di quelle più recenti.

L'esigenza di un sistema penale aderente alla nostra carta costituzionale è più sentito oggi che nei primi anni del dopoguerra, quando le iniziative per un nuovo Codice Penale furono certamente più sincere di quelle più recenti.

Eppure la questione criminale, rappresentabile dal numero di reati (quasi dieci milioni di procedimenti penali iscritti in Italia) non può essere considerata come di secondario interesse sociale e politico, poichè tocca la sfera della personalità di milioni di cittadini che da quei procedimenti derivano una loro incertezza.

Nel contesto politico è paradossalmente la stessa sinistra ad essere meno presente nel dibattito, ormai cinquantennale, sul sistema e la codicistica penale. Minori appunti può in verità ricevere il Circolo Rosselli, che nel 1998 organizztò ed ospitò una forte inizia-tiva sulla questione criminale ed il c.d. antistato. Del resto uno dei padri del Circolo, Piero Calamandrei, nel suo testo del 1956 Processo e Democrazia indicò come primaria esigenza della convivenza civile quella della trasparenza delle regole sostanziali, e delle sanzioni poste a loro tutela, per la salvezza e lo sviluppo della convivenza civile.




Created: 27/10/1999 - Last Update 27/10/1999