Ricordo di Luigi Amaducci
Raffaele Minelli
Il ruolo che ha svolto il professor Amaducci nell'interpretazione del
processo d'invecchiamento è estremamente importante perché
ha introdotto elementi innovativi che hanno condizionato in modo positivo
anche la politica rivendicativa del sindacato. Le sue intuizioni hanno
contribuito fortemente a cambiare in meglio la lettura che fino ad oggi
è stata data del fenomeno invecchiamento. Nella mia relazione cercherò
brevemente di dimostrare quali sono stati gli elementi di novità
introdotti con il suo pensiero.
Il rapporto tra il sindacato dei pensionati e Luigi Amaducci è legato
naturalmente al progetto finalizzato "Invecchiamento" del CNR.
Ho avuto la fortuna, facendo parte del comitato degli utenti di questo
progetto, di approfondire la conoscenza del professore e di apprezzarne,
quindi, tutte le qualità, non soltanto scientifiche, ma anche umane.
Qualità che non ho mancato di sottolineare anche nelle sedi opportune.
Sono personalmente fiero, infatti, di aver consigliato la Ministra per
la Solidarietà Sociale, Livia Turco, impegnata nella stesura della
relazione biennale sulla condizione degli anziani in Italia per l'utilizzo
dei materiali scientifici prodotti per il "progetto finalizzato invecchiamento",
quello per il quale il professore ha speso molte energie.
Ero e sono tuttora convinto, infatti, che quello studio fosse uno strumento
utile di riflessione per evitare che, per l'ennesima volta, la relazione
nella quale era impegnata la ministra diventasse semplicemente l'antologia
di interventi, di letture burocratiche di molti Istituti pubblici. Ritengo
che quel mio suggerimento sia servito a fare dell'ultima relazione, nella
quale è inserita la presentazione del professor Amaducci, la migliore
tra quelle presentate dal Dipartimento degli Affari Sociali della Presidenza
del Consiglio.
Nella premessa alla relazione è trascritto una sorta di testamento
spirituale del professor Amaducci che ci ha fornito sicuramente delle indicazioni
importanti. In quella premessa, Amaducci afferma che tutti i Paesi industrializzati
stanno investendo risorse sempre più rilevanti per lo studio dei
vari aspetti dell'invecchiamento. E ciò deve farci riflettere e,
soprattutto, affermare che soltanto un'approfondita ed avanzata comprensione
del fenomeno può consentire di individuare accuratamente i bisogni
e, quindi, pianificare razionalmente i servizi.
In estrema sintesi, la lezione che ci lascia Amaducci è che abbiamo
bisogno di studiare l'invecchiamento in modo integrato nei suoi aspetti
biologici, medici ed economico-sociali. E in effetti l'invecchiamento è
il risultato di fattori biologici, genetici, immunologici, ambientali,
stili di vita e nutrizionali e, soprattutto, della loro complessa interazione.
Dal punto di vista biomedico gli spettacolari progressi della biologia
cellulare e molecolare consentono per la prima volta di affrontare in modo
adeguato il problema delle basi biologiche dell'invecchiamento e di chiarire
i meccanismi che lo determinano, sia a livello fisiologico che patologico.
D'altra parte è stato ormai chiaramente dimostrato come il miglioramento
dello stato di salute sia anche collegato ai fattori socio-economici e
culturali. Sono queste le basi per impostare un approccio nuovo all'invecchiamento,
che prevede non solo interventi curativi, ma anche preventivi e riabilitativi.
Ebbene, son questi gli elementi di fondo, più volte ribaditi dal
professor Amaducci, anche in occasione di incontri da noi stessi proposti
e realizzati. Dibattiti durante i quali non ha mancato all'impegno d' illustrarci,
in modo esaustivo i risultati fondamentali di quello studio longitudinale,
che è l'ILSA, che, appunto, verificava l'importanza di alcuni fattori
socio-economici nei processi d'invecchiamento.
Una convinzione, peraltro, che ci ha permesso di fare un salto di qualità
nelle nostre scelte strategiche. Il sindacato deve molto al professor Amaducci,
se è, appunto, riuscito ad arricchire una linea politica concentrata
sui fattori economici e sulla difesa del reddito dei pensionati. Ci siamo
convinti anche noi del fatto che per affrontare le diverse problematiche
legate ai processi d'invecchiamento fosse necessario un approccio globale,
multidisciplinare che si è tradotto nelle nostre piattaforme rivendicative
in proposte dal carattere multidimensionale del fenomeno dell'invecchiamento,
che sottolineano l'importanza dell' integrazione dei servizi sociali e
sanitari.
Un tema anche questo di grande importanza, ancora oggi al centro della
nostra linea politica , che ha bisogno di altre verifiche determinanti;
anche da parte del legislatore, impegnato com'è nella revisione
della riforma sanitaria. Siamo convinti, infatti, della rilevanza che riveste
il problema dell'integrazione tra il momento sociale e quello sanitario
in quanto, per noi rappresenta uno dei passi in avanti fondamentali per
poter affrontare le tematiche dell'invecchiamento.
Altrettanto significativo è l'impegno speso dal professor Amaducci
sulla questione della non autosufficienza, che oramai ha assunto dimensioni
consistenti. Infatti, un milione di soggetti vivono questa drammatica situazione.
A nostro parere, nonostante i rilievi statistici, il tema non viene affrontato
con la dovuta attenzione da parte del legislatore. A questo proposito è
significativa la scelta del mancato avvio del fondo per la non autosufficienza
che è stato uno degli elementi originali della nostra partita rivendicativa,
influenzata fortemente, come abbiamo già avuto modo di dire, dalle
elaborazioni di Amaducci.
In questo quadro di riferimento culturale nuovo, non è da sottovalutare
neppure un'altra considerazione originale del professore, quando, nell'illustrare
i risultati dello studio longitudinale, ha sottolineato l'importanza della
cultura e della formazione nei processi d'invecchiamento. E anche in questo
caso non abbiamo mancato d'inserire nelle nostre attività rivendicative
proposte concrete per sviluppare un'attività di formazione continua
durante tutto l'arco della vita. Di questo particolare argomento, fra l'altro,
abbiamo avuto modo di confrontarci anche con il Ministro della pubblica
istruzione, Luigi Berlinguer.
Quello che ho tracciato finora è soltanto un quadro approsimativo
di quanto abbiamo fatto nel corso della collaborazione con il professor
Amaducci. Senza rischiare di essere prolisso, vorrei aggiungere, che lo
scambio di vedute che abbiamo avuto durante tutti questi anni è
stato ben più consistente di quanto ho già riferito. L'originalità
di Amaducci si è tradotta in un rapporto costante e concreto con
le formazioni sociali. Abbiamo avuto, più volte, occasione di confrontarci
con lui, di approfondire e di dedicare maggiore attenzione ai dati analitici,
ai dati quantitativi, per verificare su questi, quali dovessero essere
le nostre richieste rivendicative.
Io credo che il sindacato dei pensionati debba molto al professor Amaducci:
per il lavoro che abbiamo svolto insieme, per averci offerto la sua capacità
di arricchimento delle nostre proposte.
Questa era la testimonianza che volevo dare. Spero di non essere uscito
fuori dal tema. Grazie.