Saluti e introduzione ai lavori
Giancarlo Pepeu

Magnifico Rettore, Onorevole Valdo Spini, colleghi,

ho il piacere di darvi il benvenuto nell'Aula Magna della nostra Università, prestata oggi al Circolo Fratelli Rosselli, istituzione cittadina benemerita per il suo contributo alla diffusione della cultura a Firenze e per il suo costante impegno a stimolare l'attenzione e sollecitare dibattiti sui problemi più difficili e sulle carenze che affliggono lo sviluppo del nostro Paese. La riunione di questa mattina ha un duplice scopo. Primo, quello di ricordare la figura scientifica e l'impegno per la ricerca e l'Università dell'amico Luigi Amaducci, ordinario di Neurologia nella nostra Università, alla cui scomparsa avvenuta 10 mesi fa non riusciamo ancora ad abituarci. Lo ricorderanno due dei suoi allievi, il Prof. Inzitari e il Dr. Massacesi e il Signor Minelli.

Minelli, pur provenendo dal mondo del sindacato, lontano dalla ricerca scientifica e dall'Università, ha avuto modo di interagire con Luigi Amaducci nell'ambito del Progetto Finalizzato sull'Invecchiamento e apprezzarne l'impegno politico e sociale per lo sviluppo di una adeguata assistenza per gli anziani, che tenesse conto delle reali necessità sanitarie. Secondo, confrontare la politica della ricerca in Italia e in Europa. L'argomento del dibattito è stato scelto sia per la sua importanza, in un momento di trasformazione dell'Università e degli Enti di Ricerca in Italia, sia perché ci riporta all'opera di Luigi Amaducci che ha rappresentato l'Italia a Bruxelles in molte occasioni e si è adoperato per affermare il prestigio della ricerca italiana e per ottenere spazi e finanziamenti per essa. Ma soprattutto Luigi si è sempre adoperato, con informazioni, documenti e consigli, per stimolare i colleghi italiani a confrontarsi con l'ambiente internazionale e a dotarsi dei necessari strumenti culturali e operativi. Tuttavia, come ricercatore of the rank and file, quale mi considero, dibattiti come quello di oggi mi lasciano sempre con la bocca amara e la sensazione che le molte parole vogliano nascondere la realtà che la prima e vera ragione delle difficoltà della ricerca in Italia è economica. Non occorre andare lontani per trovare informazioni su questa situazione, basta leggere il "Sole-24Ore" di ieri l'altro, Sabato 24 Ottobre. A pagina 19 troviamo: "L'Italia all'ultimo posto tra i paesi avanzati per numero di ricercatori (75 mila). Per la ricerca è sempre emergenza". Con l'1.1% del nostro PIL investito nella ricerca e per quanto riguarda l'industria, le cifre per la ricerca comprendono spesso anche le spese per i controlli, siamo al 21° posto nella graduatoria mondiale, più o meno, non a caso, lo stesso posto nel quale siamo per la qualità della vita. Se non si aumentano i fondi per la ricerca è inutile riorganizzare, creare comitati, assemblee, consigli. La valutazione di merito deve essere il criterio di guida per l'assegnazione dei fondi per la ricerca, ma bisogna che il merito possa formarsi e allargarsi nel Paese e fermare la fuga dei nostri migliori giovani verso i laboratori stranieri o verso attività meglio remunerate e che incontrano meno difficoltà.

Questo e altro sarà oggetto del dibattito della mattinata e mi auguro che le conclusioni di esso siano portate all'attenzione del nuovo Ministro dell'Università e la Ricerca dal quale ci aspettiamo che prosegua l'opera iniziata dal Ministro Berlinguer che, nel nuovo Governo, ha lasciato il Ministero dell'Università e Ricerca e terrà soltanto quello della Pubblica Istruzione. La sua presenza nel prosieguo di questa riunione ci darà modo di ringraziarlo per quanto a fatto per l'Università nei due anni della sua gestione.

Vi ringrazio per l'attenzione.

Giancarlo Pepeu è Pro Rettore per la Ricerca Scientifica e le Rapporti Internazionali, Università di Firenze.


Edited by Riccardo Pratesi. Created: 15/12/1998 - Last Update 15/12/1998