Incontro
- dibattito
Ricordi
di un combattente della divisione Acqui a Cefalonia
a
proposito della proiezione di un film americano in programmazione nei nostri
cinema
A cura di: Emiliano
Panconesi
Data: 19 novembre 2001,
ore 17.30 - 19.30
Sede: Saletta del Circolo Rosselli, Piazza della
Libertà 16
Interventi: Ivan Tognarini, Ordinario di Storia Moderna, Università di Siena;
Marcello Venturi, scrittore; con la partecipazione di
Amos Pampaloni, capitano
d'artiglieria a Cefalonia.
Amos Pampaloni
"...
Il massacro dei novemila di Cefalonia e Corfù compiuto dai tedeschi e la
testimonianza di coraggio e di dignità di cui tutti quegli sventurati italiani
dettero prova di fronte alla morte, costituì uno dei momenti fondamentali e
luminosi nella tragedia che sconvolgeva l'Europa. Quello sterminio collettivo,
provocato dal rifiuto unanime di arrendersi e neanche di accettare una prigionia
per altro non disonorevole, quel gesto comune deciso lontano dalla Patria, senza
ordini precisi, per una di quelle sublimi ribellioni della coscienza, costituì
l'inizio di un nuovo periodo storico per l'Italia, offrì un esempio fertile,
fecondò il seme di quella desistenza armata che appunto in quel fatale mese di
settembre 1943 doveva cominciare come una epopea nuova e quale riscatto per il
nostro Paese.
Il
"no" del Generale Gandin,
il "no" dei suoi
ufficiali, il "no" dei
suoi soldati, sono in realtà la prima affermazione cosciente e libera della
nuova Italia che pagava la libertà con il sacrificio, con una morte senza
sepoltura, in una piccola isola del Mediterraneo...".
SANDRO PERTINI
L’8
settembre 1943 la Divisione Acqui (525 ufficiali e 11.500 soldati) presiede le
isole di Cefalonia e Corfù agli ordini del Generale Antonio Gandin. Il
capovolgimento di fronte li obbliga a una confronto diretto con le truppe
tedesche di stanza nella zona. Tenere fede all’Armistizio significa per loro:
cedere le armi o resistere. Con estremo coraggio, il 15 settembre, l’esercito
italiano si impegna in una battaglia che si protrae per un settimana senza
esclusione di colpi, compreso l’intervento dei cacciabombardieri tedeschi, che
in squadriglie di 30-40 apparecchi per
La
storia ricorda quei giorni come i più sanguinosi di tutto il secondo conflitto
mondiale, segnati dall’indomita resistenza della Divisione Acqui contro i
tedeschi e dalla conseguente reazione dell’esercito di Hitler. A Cefalonia
morirono 9.500 soldati e 390 ufficiali.
Questi
morti sono rimasti a lungo dimenticati. Recentemente, una
ventata di memoria ha cominciato a soffiare, con la visita nel maggio 2001 del
Presidente Azelio Ciampi, che
davanti alle pietre di granito nero di
Cefalonia ha affermato che «qui
è nata la Resistenza italiana»
(Sandro Pertini vi si recò nel
1980 e disse che questo olocausto è stato dimenticato «per omertà tedesca e
ignoranza italiana»). Un altro contributo viene dall’interessamento ai fatti
di Cefalonia da parte del
cinema, anche italiano: dopo la recente programmazione
del film: I
giorni dell’amore e dell’odio
(del
regista Claver Salizzato, con Daniele Liotti, Liberto Rabal, Francesco Venditti,
Ricky Tognazzi, Riccardo Salerno e Ugo Pagliai; prodotto dalla Metropolis Film),
è uscito in questi giorni il film Il
mandolino del Capitano Corelli
(coproduzione franco, anglo- americana, diretto da John Madden e prodotto e
interpretato da Nicolas Cage), liberamente ispirato al discusso
romanzo
scritto da Louis De Bernière (Captain
Corelli’s Mandolin),
giudicato “razzista” da Amos
Pampaloni.
Il
Circolo Rosselli desidera offrire un contributo e una testimonianza
all’affermazione della verità storica con questo incontro – dibattito.
Amos
Pampaloni,
fiorentino di 90 anni, comandava
a
Cefalonia la 1a
batteria del 33° Reggimento d'artiglieria.
Medaglia d'argento al valor
militare
(con la motivazione Fu il primo italiano a sparare contro i tedeschi e ad
animare la Resistenza a Cefalonia), è sopravvissuto
miracolosamente all’eccidio. E’ Presidente dell'Associazione Nazionale
combattenti e reduci. Marcello
Venturi,
scrittore, ha pubblicato il romanzo Bandiera
bianca a Cefalonia (Feltrinelli
1963) ispirato alla figura di Amos Pampaloni.
Bibliografia:
Giuseppe Moscardelli 1945 / Don Romualdo Formato L’eccidio di
Cefalonia 1946 (ristampa Ed. Mursia 1968) / Don Luigi Ghilardini I
martiri di Cefalonia 1962 / Marcello Venturi Bandiera bianca a
Cefalonia Feltrinelli 1963 / Louis De Bernière Captain Corelli’s
mandolin (M.Secker and Warburg, 1994; Vintage 1999; in italiano Una vita
in debito, Longanesi; Il mandolino del capitano Corelli Guanda
2001) / Christoph
U.Schminck-Gustavus I sommersi di Cefalonia, Giorgi e Gambi,
1995 / Alfio Caruso Italiani
dovete morire Longanesi 2000.
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