Circolo di Cultura Politica

Fratelli Rosselli

 

 

 

 

 

Invito al dibattito sulla base del libro

 

 

 

Fra cielo e nevi eterne, fieri di giovinezza e di ardire

Massimiliano Majnoni con gli alpini del Val d'Intelvi sui ghiacciai dell'Adamello

 

 

di Silvio Ficini

Gaspari Editore, 2004

 

 

 

introduce e modera Nicola Labanca

 

interventi

Marino Biondi

Giancarlo Romoli

 

 

 

Saranno presenti l’Autore Silvio Ficini e Stefano Majnoni, figlio del capitano Majnoni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mercoledì 1 dicembre 2004, ore 17.30

Saletta del Circolo Rosselli

Piazza della Libertà 16, Firenze segreteria@circolorosselli.it

http://www.circolorosselli.it


In questo libro Silvio Ficini ricostruisce la storia del valoroso capitano degli alpini, Massimiliano Majnoni d'Intignano, che, come scrive Marino Biondi nella introduzione “battezzato dalla guerra, nel crogiuolo della naja e della morte, visse poi un'esistenza ricca e complessa nel corso del Novecento, segnalandosi come un probo viro dell'alta borghesia italiana, ma conservando nell'intimo del sé la propria guerra, combattuta con i fratelli alpini.”

 

Viene documentata la vita e le imprese di una Compagnia di alpini, la 245a, e di un battaglione, il Val d'Intelvi della Va Divisione Alpina (settore Valcamonica-Tonale), che operarono in un teatro di guerra straordinario e particolarmente difficile come quello dei ghiacciai dell'Adamello, combattendo a tremila metri in condizioni ambientali e climatiche spesso proibitive. In questo drammatico contesto risaltano le gesta di personaggi (come i fiorentini colonnello Luigi Sebregondi e generale Pecori Giraldi) che contribuirono certamente ad alimentare quel “mito degli alpini”, che ancora oggi caratterizza  questo corpo militare.

Troviamo infine la storia di una guerra mondiale che ha rivelato le grandi risorse e qualità del popolo e del soldato italiano, ma anche l’incompetenza di alcuni comandi ed il fallimento di una intera classe dirigente: una guerra che, nel bene e nel male, ha fortemente caratterizzato e condizionato tutto il corso del Novecento.

 

Alla fine della guerra Majnoni divenne addetto alla segreteria del Governatore di Trento, Pecori Giraldi, facendo poi parte della Delegazione Militare Italiana a Versailles. Qui strinse amicizia con Curzio Malaparte: il carteggio inedito con lo scrittore pratese, che allora stava scrivendo  “Viva Caporetto”, costituisce un eccezionale documento storico e letterario. Congedato nel 1922, il Majnoni divenne a Milano uno dei più stretti collaboratori di Raffaele Mattioli alla Banca Commerciale Italiana, nella sede di Roma.

 

Marino Biondi è docente di Storia della critica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. Silvio Ficini ha pubblicato vari studi di storia contemporanea, tra cui uno sul pioniere dell’aviazione Luigi Falchi per il Museo Caproni di Trento; ha curato ultimamente il diario di guerra di Gregorio Soldani Dal fronte del sangue e della pietà. Il diario di un capitano medico nella Grande Guerra, Gaspari editore, Udine. Nicola Labanca è docente di Storia contemporanea alla Facoltà di Lettere dell’Università di Siena e Presidente del Centro Interuniversitario di Studi Storico-militari. Giancarlo Romoli è presidente dell’Associazione Nazionale AlpiniANA di Firenze.

 

Breve nota di Stefano Majnoni sul padre Max *